L'arcivescovo scomunicato scrive due lettere al pontefice e ai vescovi Usa:
«La Chiesa ha sempre avuto al suo interno sacerdoti sposati e Gesù chiamò uomini sposati selezionati a diventare suoi apostolì»
«La Chiesa ha sempre avuto al suo interno sacerdoti sposati e Gesù chiamò uomini sposati selezionati a diventare suoi apostolì»
L'ex arcivescovo di Lusaka Emanuel Milingo, scomunicato dal Vaticano, ha scritto due lettere indirizzate a Benedetto XVI e alla Conferenza episcopale degli Stati Uniti chiedendo il richiamo «nel pieno servizio ministeriale della Chiesa» dei sacerdoti sposati. I documenti, firmati anche dai quattro vescovi sposati ordinati senza autorizzazione da Milingo (che ha fondato una «prelatura personale») e per questo incorsi con lui nella scomunica, affermano che «la prelatura Married Priests Now, come movimento internazionale dei sacerdoti sposati nel mondo, è disponibile a lavorare con il Papa e i vescovi per creare nuovi sacerdoti per il nuovo millennio. La Chiesa», si legge nelle due lettere, «ha sempre avuto al suo interno sacerdoti sposati e Gesù chiamò uomini sposati selezionati a diventare suoi apostolì. Una prassi alla quale è necessario tornare perché molte parrocchie nel mondo - ricorda Milingo - non hanno sacerdoti sufficienti per servire il popolo di Dio».
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